venerdì 21 dicembre 2007

AUGURI A TUTTI .....


Ciao amici, precari e non, scrivo queste poche righe per augurarvi un sereno Natale e un Nuovo Anno pieno di "cose" belle per tutti.........
Ci risentiamo tra un paio di settimane!

mercoledì 19 dicembre 2007

Lettera di sfogo

Non posso fare a meno di pubblicare questa lettera.... (la trovate sul blog di F.Mello)

mi svegliano i clacson impazziti,come ogni mattino.
alzo la persiana.un’altra giornata di sole fuori stagione.l’aria è gelida e taglia le guance.
do un’occhiata alle notizie di prima pagina,uno sguardo veloce con aria svogliata.
poi l’attenzione cade su una frase del NYTime,riportata a quanto pare su tutte le prime pagine dei giornali di questa mattina:”italiani sempre piu infelici”.penso è vero.senza aggiungere parole.rileggo nuovamente la frase, e fisso la parola infelici.ripenso che è vero.e provo a immaginare i motivi di tutto questo.in un minuto ne trovo già una ventina.ci penso e sale su un nodo allo stomaco,qualcosa che somiglia alla rabbia,che respinge l’impotenza,che t’impone di fare ,di dire qualcosa, che si superino le complessità,che tutto cambi.
e penso ad alta voce,a tutte le cose che in questo paese nascono, crescono e si sviluppano,
come se niente fosse,assecondate,indisturbate,come se si trattasse di qualcosa di
assolutamente naturale.
per esempio,pare assolutamente normale in questo paese,che le pensioni vengano pagate con i contributi dei lavoratori parasubordinati.(prot.welfare).pare anche assolutamente normale che tutti i giovani tra i 25 e i 40 anni,siano definiti lavoratori parasubordinati,sul cui significato sono ormai anni, nessuno realmente risponde(basta vedere la voce” para” sul Rocci per accorgersi che esistono due pagine di possibili significati(davanti,di dietro,sopra,sotto,per mezzo di etc).
in realtà significa poco più di 500 € al mese,in realtà significa che non puoi pagare l’affitto,
e le tasse,le bellissime tasse..
pare normale anche che in parlamento la maggior parte delle scelte dipenda da ultraottantenni ,alcuni con procedimenti penali in corso,(cosa che in Inghilterra,come in altri paesi sembra impensabile).
Qualcuno ha chiamato la causa della precarietà,EGOISMO GENERAZIONALE.
e non gli si può dare torto.
E se è vero che arrivati ormai ad una certa soglia di età,anche se malgrado tutto ti senti un giovincello, si è naturalmente portati a valorizzare il passato,piuttosto che a costruire il futuro, se è vero che ognuno bada prima al proprio pane e poi a pancia piena è disposto a parlare del pane degli altri, si capisce perchè noi giovani non ci sentiamo per niente rappresentati.
e tutto accade nell’indifferenza,come se l’indifferenza non significasse niente.
forse in questi giorni tra un delitto e l’altro, si poteva trovare con un minimo sforzo,
un trafiletto da dedicare alle graduatorie dei livelli scolastici pubblicate dall’OCSE,dove l’Italia è scesa vertiginosamente,per non parlare dei fondi alla ricerca,
ore e ore in laboratori malpagate,risorse inesistenti.
forse si poteva parlare del fatto che in Italia manchi una reale regolamentazione sugli infortuni del lavoro, senza aspettare ,come al solito,che ci scappassero 5 morti,per poi
affollare le tv con i pianti dei familiari delle vittime.
forse si DEVE e basta.FARE QUALCOSA e basta.
e mi viene in mente una frase che tempo fa lessi su un libro di Pasolini:
“l’infelicità dei figli dipende dalle colpe dei padri.”
evidentemente non si tratta di un pensiero contingente agli anni dell’autore.
evidentemente paghiamo per le eredità che ci hanno lasciato.
e la rabbia continua a crescere.
poi mi sforzo di allargare la mente, mando via le immagini delle facce dei nostri politici,
provo a pensare in generale.
e penso che forse sul fondo di tutto non esiste una vera e propria cultura al lavoro:
l’idea dell’impegno e della carriera è eccezione.
la regola sembra quella di trovare scorciatoie.
scorciatoie nelle telefonate,negli amici degli amici:tutti professionisti dell’amicizia e della compassione.
con la conseguenza che i poveri resteranno poveri e i ricchi resteranno ricchi, con rispetto parlando a quanto predicò gesu cristo.
Affascinati dalla moda,se tutti fanno una cosa,allora è cosa giusta: imanere a casa con chi ti stira le camicie fino a trent’anni,è la regola.
parcheggiarsi all’università fino a trent’anni è la regola.tanto a trent’anni sei ancora un giovine che si affaccia al futuro;negli altri paesi dell’Europa sei già vecchio.
lavorare e studiare al tempo stesso o semplicemente studiare bene,è eccezione,non è che un lodevole esempio sporadico.
In Puglia è picchiato a sangue il primo della classe.In Inghilterra diventa un leader.
In Inghilterra un trentenne è già dirigente,in Italia laureato lavora in un call-center.
E’meglio mandare in pensione prima certo,chi un lavoro già ce l’ha,piuttosto che
spendere tutti quei miliardi negli ammortizzatori sociali.
lo chiamano diritto DEI LAVORI,quello della l Biagi,lavori precari o dovrei meglio
definirli flessibili;alcuni denominati in inglese,che in italia fa figo se parli in inglese..
E prendo indebitamente in prestito una frase di P.bertoli:
“che alla fine della terza settimana del mese ci arrivano solo i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario.”
poi penso alle mie aspettative. e mi sembrano evanescenti.deboli.
dopotutto chi è sopra di noi,certo,ci infonde un sano ottimismo,un forte monito a trasformare le cose, appellandoci sorridente bamboccioni.ma bamboccione ci sarai TU e il tuo dentista.
ad un certo punto la rabbia continua a salire, penso a chi ha scritto l’articolo..vabbè.. anche voi americani, che amate salire sul piedistallo dell’esempio,dell’avanguardia,della macchina della democrazia,anche voi, entrate nelle scuole e nei supermercati per far stragi,
anche voi,l’inviolabilità dei diritti pensate sia un panino,voi che mettete sotto referendum
se sia giusto o meno far morire un uomo,e poi non concedete l’estradizione all’Italia di un criminale mafioso perchè sarebbe sottoposto ad un trattamento sanzionatorio troppo duro..certo..mi pare ovvio..
anche voi,che avete privatizzato pure i cessi,un ragazzo ricco studia e quello povero deve sperare di non aver mai bisogno di una camera d’ospedale,anche voi,pensate che al centro del lavoro ci sia merce e non uomini,che il diritto al lavoro non esiste,ma scusatemi ,è vero, esiste nella vostra costituzione il diritto ad essere felici…
anche voi vi inventate che esistono armi nucleari per amore della democrazia,anche voi soffrite dei vostri spasmucci di pazzia;
noi saremmo pure infelici,e lungi da me dire il contrario,il campanilismo non mi appartiene,
siamo un paese di merda,ma pure voi per la prima volta nella storia
PERCHè NON VI FATE I CAZZI VOSTRI?

lunedì 17 dicembre 2007

AAA Speranza di Futuro Offresi...

In questo interessantissimo convegno, si è cercato di discutere in maniera positiva; non è facile farlo di questi tempi.
Si sono considerati, prima di tutto, i problemi che attanagliano il mondo economico italiano e, che, conosciamo tutti: lavoro nero, salari bassi, sistema Italia basato sulla cooptazione e non sul merito, bassa produttività, welfare che fa acqua da tutte le parti, ecc.
E’ venuto fuori (e questo, credo, sia il cardine di tutto) che mancano, in assoluto, le IDEE, le NUOVE IDEE.
Prima di partire a parlare delle idee (che qui sono venute fuori) vorrei,però, un attimo discutere del concetto di “partecipazione”.
Tutti siamo bravi a parlare male di questo o di quello, di criticare, ecc. e poi, quando si organizzano dei meeting, come ad esempio questo, la partecipazione (fisica) è sempre bassa.
E’ facile, allora, domandarsi se questa generazione è interessata veramente, a cambiare il proprio destino!
Armiamo-“ci” e Parti-“te”, questo, mi pare, sia lo slogan ideale!
Rimboccarsi le maniche, d’altronde, è troppo faticoso, chi ce la fa fare, tanto, come afferma A.Padrone “…viviamo sereni con i soldi di mamma e papà, siamo figli unici, erediteremo la casa dei nostri genitori…”
Torniamo, ora, alle idee.
Cosa possiamo fare per cominciare a cambiare il nostro sistema Italia, quindi il futuro? E’ questa la domanda che si sono posti i protagonisti del dibattito. Ognuno di loro ha espresso la sua idea.
F.Delzio ha parlato di “nomadismo”. Sostiene che bisogna andare a cercare le opportunità lì dove si presentano, sotto casa così come alla parte opposta del mondo e, poi, riportarle in Italia.
Insieme a M. Martone, afferma che i successi individuali, quindi, devono fare “sistema”, altrimenti rimarranno solo e soltanto individuali.
A.Padrone sostiene che, per avere idee nuove e nuove energie, bisogna aiutare le donne a lavorare di più. Per far ciò, ovviamente, è necessario dare più servizi alle famiglie, ridurre le aliquote per le donne che lavorano, e perché no, arrivare alla soluzione estrema delle “quote rosa” di rappresentanza.
F.Mello sostiene l’idea che bisogna fare “un’operazione culturale” (o forse meglio una “rivoluzione” culturale, dico io) partendo da una nuova “comunicazione”; bisogna creare “consenso” utilizzando, ad esempio, sia i media tradizionali che i nuovi.
G.Gennaio sostiene che bisogna assumersi le proprie responsabilità, istituzionali e politiche.
Nel nostro Parlamento non ci sono i giovani, e quindi i giovani non sono rappresentati. Le leggi si fanno in Parlamento, e visto che il Parlamento è vecchio ed inefficiente, bisogna cambiarlo attraverso soluzioni graduali: ad esempio, cominciando a fare battaglia per le “quote giovani” in politica.
Tutti sono stati d’accordo nel ribadire che, in questa nostra società, abbiamo bisogno di meno diritti e più doveri. Basta alle lotte tra cosiddetti “insider” e “outsider”. Le priorità, insomma, le conosciamo tutti (tranne i nostri politici, a questo punto…): riduzione del debito pubblico, nuovo welfare, flexsecurity, ecc.
Non aspettiamoci che le soluzioni, però, possano venire dall’alto (non arriveranno mai). E allora?
Allora dobbiamo coalizzarci e fare rete, tutti insieme e partecipare in prima persona. Dobbiamo “costringere” i nostri parlamentari a scegliere “la responsabilità per il nostro futuro” e non solo la loro “rielezione”! Fare quasi un’ Assemblea Costituente (ha suggerito G.Gennaio) in cui, tutti noi, tutte le migliori energie del Paese si concentrino sulle “vere” riforme da attuare per la rinascita del Sistema Italia.
Una sola parola, allora: COALIZZIAMOCI, facciamo RUMORE
Qualcuno di loro ha pensato, scherzosamente, ad un calendario con le foto di loro giovani scrittori e cantori del precario (che vuole essere) felice o ad “una compagnia di giro” che rappresenti una specie di Porta a Porta per la riscossa di giovani e donne.
Si accettano, allora, proposte e candidature…

venerdì 14 dicembre 2007

L'altra faccia della medaglia


Questa è la testimonianza di Melanippe, una persona carica di ottimismo ma, nello stesso tempo, anche di realismo...
Su quello che lei racconta, c'è tanto da lavorare... e riflettere...
In bocca al lupo Melanippe!

La mia storia è presto raccontata (a proposito, anche io sono stata una 'precaria e contenta', perchè mi ha aiutato a imparare un sacco di cose :) ).

Ho 40 anni, laurea in lingue, e appena laureata per qualche anno ho fatto mille lavoretti, qualcuno in nero, la maggior parte come cococo, perchè quando ho finito io l'università se facevi domanda in azienda chiedevano sempre 'neolaureati con esperienza'. Bello, e quando la fa uno l'esperienza? ;-)
Comunque non mi son mai lamentata, perchè accumulavo esperienza che mi avrebbe permesso di bussare alle porte delle aziende con qualcosa in più in mano.

Allora vedevo l'arrivo delle agenzie di lavoro interinale come una cosa favolosa (e lo penso ancora) perchè regolarizzano le situazioni e permettono ai giovani di fare esperienza in modo più tutelato. Il punto è che allora erano solo ancora un'idea... che mi ripromettevo di sfruttare in futuro, se non fosse andato bene qualcosa ;-)

Tra le altre cose, ho lavorato in due grosse multinazionali, in una come cococo per un breve progetto al termine del quale mi han offerto un contratto a tempo indeterminato (WOW) che non ho accettato (tonta eh, ripensandoci ;-) ) perchè non era nel ramo 'esteri' e non avrei praticamente più usato le lingue per un bel pezzo.

La mission dopo è stata in un'altra multinazionale, con due contratti annuali, periodi durante i quali ho imparato di tutto di più, ma in particolare le organizzazioni di logistica, sicurezza sul lavoro, certificazione della qualità. E non mi pentirò mai di questi due contratti, perchè quel che ho imparato mi serve ancor ora per le traduzioni :)

Loro avevano in mente di offrirmi un altro contratto, ma intanto ero riuscita a entrare in un corso sulla traduzione, finito il quale ho fatto uno stage in agenzia di traduzioni, cui è seguito un periodo di 1 anno di lavoro in agenzia (cococo), terminato il quale mi sono messa in proprio...

E lavoro in proprio come traduttrice ancora adesso, 10 anni dopo :-)
Certo col governo precedente le tasse erano più basse, il contributo INPS anche, e si riusciva a mettere da parte qualcosa anche per se stessi, non solo per pagare le tasse. Questo sì secondo me è ingiusto.

Tiriamo fuori tutto di tasca nostra, la rivalsa è rimasta al 4%, l'INPS ci dà pochissimo in cambio, l'IRAPina ci tocca lo stesso anche se non abbiamo dipendenti, il governo coi malefici studi di settore ci tratta perennemente da evasori.

Oltre a tutto quello del traduttore è un lavoro che o lo fai con p. IVA, o non lo fai, perchè *nessuno* assume un traduttore.
Per noi *non ha senso* il ragionamento del governo 'alzo l'INPS per rendere meno appetibili i contratti cocopro/P.IVA per le aziende', per eliminare i dipendenti mascherati, perchè tanto non saremmo assunti comunque.

Per fortuna come traduttori possiamo cercare lavoro con clienti esteri (ergo, pagano di più e per fortuna sono fatture esenti IVA*). Però bisogna prima trovarli, i clienti all'estero. E comunque, anche ad amare il proprio lavoro, tante volte viene voglia di fare fisicamente le valigie ed andarsene davvero da qualche altra parte.

*(Il primo che afferma che non vale calcolare il costo dell'IVA tra le tasse perchè tanto 'l'IVA gira' verrà fucilato sul posto. Perchè se non ho soldi per fare acquisti e scaricarla, e poi il cliente mi paga a 90 giorni e la devo tirar fuori io in anticipo, per me l'IVA è un costo e basta.)


Cosa sogno? Perlomeno un innalzamento per legge della rivalsa in fattura (perchè al cocopro la paga l'azienda per i 2/3 e noi abbiamo un misero 4%?) e che il Governo desse retta a tutte le sentenze della Cassazione, e togliesse per legge l'IRAPina a chi non ha dipendenti.


E comunque, guardiamo anche l'altro lato della medaglia: un'azienda che deve dare allo Stato il 70% dei propri ricavi in tasse, come diamine fa ad alzare i salari? Come fa a non approfittare di questi contratti cococo che a lei costano meno?
Certe aziende della mia zona mi meraviglio che sopravvivano, per non parlare degli investimenti nell'innovazione che diventano inesistenti, perchè non ci son soldi.
Non mi vengano a dire che alle aziende hanno abbassato IRES e IRAP. Perchè se poi allarghi la base imponibile, dove sta la differenza?

Due settimane fa Floris ha terminato Ballarò reiterando la domanda: "Troppe tasse o salari bassi?" Ecco, secondo me la domanda era *posta malissimo*, perchè le due cose sono collegate. Troppe tasse ergo salari bassi. Il costo del lavoro in Italia è altissimo.
Poi non lamentiamoci se i nostri industriali chiudono qua e vanno ad aprire le fabbriche in Polonia o Ungheria o che. Mica lo fanno perchè gli piace il goulash, come dice una mia amica ;-)

Scusa per lo sfogo finale, ma m'è letteralmente scappato fuori dalla tastiera ;-)

giovedì 6 dicembre 2007

Giovani, Politica e Media

Credo che non ci siano migliori parole per descrivere quello che penso sui giovani e la politica di quelle dell'amico Luca Bolognini. Riprendo un suo articolo in cui afferma:

"....giovani in politica se ne trovano ancora pochissimi, questa è un'amara verità. Siamo troppo rari e sparpagliati, normalmente diseducati all'azione civile, quindi non pesiamo e non facciamo sentire la nostra voce. Che non ci siano proposte innovative è invece una falsità: da mesi ci "sbracciamo" per farci vedere, per far sì che Coalizione Generazionale -35 (che è una campagna nuova nei contenuti e nei metodi, un'iniziativa originale e davvero trasversale) venga tenuta in conto dalla stampa e dalle redazioni, quindi dall'opinione pubblica e dalla politica. E quasi tutti i media (tranne nobili e generose eccezioni) come nulla fosse fanno a finta di non vederci. Dicono che non ci siamo. Che mancano progetti giovanili coraggiosi e proiettati nel futuro del nostro Paese. Eppure, siamo davanti ai loro occhi e rappresentiamo una larga fetta - almeno come peso specifico dei nostri sostenitori - della giovane politica italiana. Da un lato, hanno aderito a Coalizione Generazionale rappresentanti nazionali e territoriali (coordinatori, segretari, dirigenti) di parecchie giovanili dei principali partiti e associazioni di categoria, di entrambi gli schieramenti o "terzisti". Dall'altro, fanno parte di CG moltissimi under-35 che non hanno mai fatto politica finora, che ne erano impauriti o delusi, ma che non tollerano l'idea di essere ottusamente anti-politici e di rimanere inerti.
Le divisioni dei nostri genitori non ci appartengono, le materie che ci separeranno domani, in buona parte, devono ancora nascere o si stanno solo iniziando a formare. Le stesse alleanze che ci vedranno protagonisti saranno diversissime da quelle che tengono insieme - a forza - i partiti di oggi. Lo diciamo, lo comunichiamo, ne parliamo, ci confrontiamo, eppure i seniores - sordi forse per senilità e interesse - evitano di considerare il nostro movimento nazionale e di valutarne - se non altro - lo spirito inedito, costruttivo, impegnativo".

Coalizione Generazionale-35 organizza un primo evento, qui a Roma il 13 Dicembre ore 17 alla Sapienza, qui sotto il video e qui il link dell'invito con le informazioni.

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