mercoledì 19 dicembre 2007

Lettera di sfogo

Non posso fare a meno di pubblicare questa lettera.... (la trovate sul blog di F.Mello)

mi svegliano i clacson impazziti,come ogni mattino.
alzo la persiana.un’altra giornata di sole fuori stagione.l’aria è gelida e taglia le guance.
do un’occhiata alle notizie di prima pagina,uno sguardo veloce con aria svogliata.
poi l’attenzione cade su una frase del NYTime,riportata a quanto pare su tutte le prime pagine dei giornali di questa mattina:”italiani sempre piu infelici”.penso è vero.senza aggiungere parole.rileggo nuovamente la frase, e fisso la parola infelici.ripenso che è vero.e provo a immaginare i motivi di tutto questo.in un minuto ne trovo già una ventina.ci penso e sale su un nodo allo stomaco,qualcosa che somiglia alla rabbia,che respinge l’impotenza,che t’impone di fare ,di dire qualcosa, che si superino le complessità,che tutto cambi.
e penso ad alta voce,a tutte le cose che in questo paese nascono, crescono e si sviluppano,
come se niente fosse,assecondate,indisturbate,come se si trattasse di qualcosa di
assolutamente naturale.
per esempio,pare assolutamente normale in questo paese,che le pensioni vengano pagate con i contributi dei lavoratori parasubordinati.(prot.welfare).pare anche assolutamente normale che tutti i giovani tra i 25 e i 40 anni,siano definiti lavoratori parasubordinati,sul cui significato sono ormai anni, nessuno realmente risponde(basta vedere la voce” para” sul Rocci per accorgersi che esistono due pagine di possibili significati(davanti,di dietro,sopra,sotto,per mezzo di etc).
in realtà significa poco più di 500 € al mese,in realtà significa che non puoi pagare l’affitto,
e le tasse,le bellissime tasse..
pare normale anche che in parlamento la maggior parte delle scelte dipenda da ultraottantenni ,alcuni con procedimenti penali in corso,(cosa che in Inghilterra,come in altri paesi sembra impensabile).
Qualcuno ha chiamato la causa della precarietà,EGOISMO GENERAZIONALE.
e non gli si può dare torto.
E se è vero che arrivati ormai ad una certa soglia di età,anche se malgrado tutto ti senti un giovincello, si è naturalmente portati a valorizzare il passato,piuttosto che a costruire il futuro, se è vero che ognuno bada prima al proprio pane e poi a pancia piena è disposto a parlare del pane degli altri, si capisce perchè noi giovani non ci sentiamo per niente rappresentati.
e tutto accade nell’indifferenza,come se l’indifferenza non significasse niente.
forse in questi giorni tra un delitto e l’altro, si poteva trovare con un minimo sforzo,
un trafiletto da dedicare alle graduatorie dei livelli scolastici pubblicate dall’OCSE,dove l’Italia è scesa vertiginosamente,per non parlare dei fondi alla ricerca,
ore e ore in laboratori malpagate,risorse inesistenti.
forse si poteva parlare del fatto che in Italia manchi una reale regolamentazione sugli infortuni del lavoro, senza aspettare ,come al solito,che ci scappassero 5 morti,per poi
affollare le tv con i pianti dei familiari delle vittime.
forse si DEVE e basta.FARE QUALCOSA e basta.
e mi viene in mente una frase che tempo fa lessi su un libro di Pasolini:
“l’infelicità dei figli dipende dalle colpe dei padri.”
evidentemente non si tratta di un pensiero contingente agli anni dell’autore.
evidentemente paghiamo per le eredità che ci hanno lasciato.
e la rabbia continua a crescere.
poi mi sforzo di allargare la mente, mando via le immagini delle facce dei nostri politici,
provo a pensare in generale.
e penso che forse sul fondo di tutto non esiste una vera e propria cultura al lavoro:
l’idea dell’impegno e della carriera è eccezione.
la regola sembra quella di trovare scorciatoie.
scorciatoie nelle telefonate,negli amici degli amici:tutti professionisti dell’amicizia e della compassione.
con la conseguenza che i poveri resteranno poveri e i ricchi resteranno ricchi, con rispetto parlando a quanto predicò gesu cristo.
Affascinati dalla moda,se tutti fanno una cosa,allora è cosa giusta: imanere a casa con chi ti stira le camicie fino a trent’anni,è la regola.
parcheggiarsi all’università fino a trent’anni è la regola.tanto a trent’anni sei ancora un giovine che si affaccia al futuro;negli altri paesi dell’Europa sei già vecchio.
lavorare e studiare al tempo stesso o semplicemente studiare bene,è eccezione,non è che un lodevole esempio sporadico.
In Puglia è picchiato a sangue il primo della classe.In Inghilterra diventa un leader.
In Inghilterra un trentenne è già dirigente,in Italia laureato lavora in un call-center.
E’meglio mandare in pensione prima certo,chi un lavoro già ce l’ha,piuttosto che
spendere tutti quei miliardi negli ammortizzatori sociali.
lo chiamano diritto DEI LAVORI,quello della l Biagi,lavori precari o dovrei meglio
definirli flessibili;alcuni denominati in inglese,che in italia fa figo se parli in inglese..
E prendo indebitamente in prestito una frase di P.bertoli:
“che alla fine della terza settimana del mese ci arrivano solo i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario.”
poi penso alle mie aspettative. e mi sembrano evanescenti.deboli.
dopotutto chi è sopra di noi,certo,ci infonde un sano ottimismo,un forte monito a trasformare le cose, appellandoci sorridente bamboccioni.ma bamboccione ci sarai TU e il tuo dentista.
ad un certo punto la rabbia continua a salire, penso a chi ha scritto l’articolo..vabbè.. anche voi americani, che amate salire sul piedistallo dell’esempio,dell’avanguardia,della macchina della democrazia,anche voi, entrate nelle scuole e nei supermercati per far stragi,
anche voi,l’inviolabilità dei diritti pensate sia un panino,voi che mettete sotto referendum
se sia giusto o meno far morire un uomo,e poi non concedete l’estradizione all’Italia di un criminale mafioso perchè sarebbe sottoposto ad un trattamento sanzionatorio troppo duro..certo..mi pare ovvio..
anche voi,che avete privatizzato pure i cessi,un ragazzo ricco studia e quello povero deve sperare di non aver mai bisogno di una camera d’ospedale,anche voi,pensate che al centro del lavoro ci sia merce e non uomini,che il diritto al lavoro non esiste,ma scusatemi ,è vero, esiste nella vostra costituzione il diritto ad essere felici…
anche voi vi inventate che esistono armi nucleari per amore della democrazia,anche voi soffrite dei vostri spasmucci di pazzia;
noi saremmo pure infelici,e lungi da me dire il contrario,il campanilismo non mi appartiene,
siamo un paese di merda,ma pure voi per la prima volta nella storia
PERCHè NON VI FATE I CAZZI VOSTRI?

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