mercoledì 20 giugno 2007

" FUORI DAL CORO..."

Mi fa piacere pubblicare questa testimonianza - con una visione un pò diversa - tratta dal libro di Beppe Grillo "Schiavi Moderni" a pag. 218.
RIFLETTIAMO.....

Visto da un ufficio personale

Sono un impiegato di un ufficio personale di una media azienda nel terziario, mi occupo spesso di tali questioni. Penso che il problema della precarietà del lavoro in Italia non sia solo da ricondurre alla legge Biagi: i cosiddetti co.co.co. nascono dal 1996 nell’era dei governi di sinistra, quando per far quadrare temporaneamente i conti dell’Inps fu “inventato” il lavoro parasubordinato, i cui contributi confluirono nella gestione separata. Da allora c’è stata una proliferazione di questi contratti anomali, che però facevano comodo a molti perché comunque permettevano di “regolarizzare” molti lavori in nero facendo emergere imposte e contributi. “Do ut des”. Come al solito in Italia si abusa delle possibilità offerte dalla legge ed eccoci alla necessità di rivedere la materia con i co.co.pro. Il nome è cambiato ma sostanzialmente le aziende continuano a fare come prima, cioè a mascherare tanti rapporti subordinati anche se molti sono i casi di lavoratori che chiedono questa “qualificazione” contrattuale perché a parità di costo guadagnano di più. Si aggiunga poi che il Ministro del Lavoro ha annunciato solo ora, alla vigilia delle elezioni, una forte campagna di controllo volta a reprimere le false co.co.pro.
Inoltre devo dire che nella legge Biagi lo sforzo di inserire forme contrattuali nuove e diverse dal passato non è da valutare negativamente: in sostanza vengono forniti diversi strumenti per impiegare regolarmente manodopera. La disoccupazione è oggettivamente diminuita,anche, diciamocelo, ripulendo le vecchie liste di collocamento, ma comunque è aumentato il numero dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Non sarei così frettoloso da giudicare negativamente questa legge.
La farraginosità dell’applicazione dei provvedimenti collegati a manovre di indirizzo politico, l’ostilità sindacale creata sull’inutile referendum sull’articolo 18, il generale clima di conflittualità e di sospetto tra aziende e lavoratori. Questa è la vera precarietà.

S. B. 21.02.2006 12:17 pag. 218 Schiavi Moderni

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma cosa se ne frega uno che sta all'Ufficio del personale!!!
Non è certo lui che vive con appena 800 euroal mese che è quello che guadagno io in un call center romano.....
Tra l'altro ho anche un bambino e manco me lo prendono all'asilo nido!!!
Fate schifo tutti!!!

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