sabato 1 settembre 2007

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE...








Durante il mese di Agosto la stampa ha avuto tanto da scrivere riguardo le leggi che regolano il mercato del lavoro (in primis la legge Biagi) e ogni giornalista ha espresso la sua opinione.Tra i tanti, alcuni affermano che è necessario la completa liberalizzazione del mercato del lavoro per rimuovere le arretratezze del nostro sistema produttivo così come la presenza dei Sindacati. (W la Cina, a questo punto…).

Mi riferisco in particolare a F. Giavazzi (la delusione dei più deboli) sul Corriere della Sera. In alcuni punti, lui afferma che l’eliminazione dei contratti a tempo indeterminato con le ormai vecchie protezioni sociali, l’introduzione di maggiore libertà di licenziamento, possono ridurre le diseguaglianze sociali. Attualmente il mercato del lavoro più libero in assoluto, nel mondo industrializzato, è quello degli USA. Qui c’è libertà di licenziamento, da parte del datore di lavoro, senza l’obbligo di dare giustificazioni di alcun tipo. Inoltre, gli individui dipendono dai loro datori di lavoro per quanto riguarda l’assicurazione sulla salute. Se dovessero perdere il lavoro, perderebbero anche la loro assicurazione sanitaria e se si dovessero ammalare nel periodo tra due impieghi ciò potrebbe avere delle conseguenze su tutta la loro vita. Non mi sembra, quindi, che questo fenomeno abbia contribuito a diminuire la crescita delle diseguaglianze sociali in questo paese, anzi…

Da tutte le varie discussioni che ci sono state e ci sono ancora, mi pare che si voglia instillare quasi un “odio” tra lavoratori cosiddetti “tipici” e gli “atipici” parlando addirittura di PRIVILEGI che i primi godono rispetto agli altri anziché di DIRITTI. Che vergogna, i DIRITTI stanno diventando PRIVILEGI!!! Come dice un lettore del blog somministrato in un commento del post - l'equilibrista - “… ma qual'è quell'overdose di privilegi di cui godono i lavoratori a tempo indeterminato?La assemblee? Le ferie? La mutua?Il rifiuto dello straordinario?...” Leggete la sua storia, ormai nelle Aziende va di moda l’esternalizzazione (vedi anche post il tempo indeterminato precario…..)

J. Stiglitz nel suo libro La globalizzazione che funziona afferma: “ L’impiego a vita sarà una cosa del passato. La gente dovrà spostarsi da un impiego all’altro durante la propria vita lavorativa. Una delle maggiori sfide del nostro sistema scolastico sarà preparare le nuove generazioni a questa transizione ed una delle sfide del nostro sistema sociale sarà rendere questa transizione il più facile possibile per la gente. Ci sarà più precarietà rispetto al passato, più rischi, ma possiamo ridurre le conseguenze sociali. La globalizzazione è stata usata come una scusa per indebolire la protezione sociale. Piuttosto, il fatto che l’occupazione sta diventando sempre più precaria è un motivo per rafforzare la protezione sociale. Certamente, dobbiamo impegnarci a rendere questa protezione più funzionale e qualche volta, nel passato, non lo è stata, ma questa non può essere una giustificazione per sbarazzarsi della protezione sociale ”.

Infine, voglio esprimere il mio parere riguardo il nascente Comitato per la difesa della Legge Biagi.

Angela Padrone nel post il comitato legge Biagi del suo blog scrive: “….La maggior parte dei problemi del mercato del lavoro in Italia sono il risultato di vecchie incrostazioni e inadeguatezze piuttosto che dei tentativi di adeguamento, modernizzazione e tutela degli ultimi anni. Ma è più facile trovare un capro espiatorio e arringare le masse: secondo questa linea chi ha delle difficoltà sul lavoro non ha che da prendersela con la legge Biagi, no? Poi è ovvio che qualunque legge è perfettibile. In questo caso bisognerebbe dire qualunque "corpo" di leggi, visto che il mercato del lavoro non è certo regolato da un'unica legge. Più ancora contano i comportamenti diffusi, la cultura, le strutture, l'economia, e gli uomini. Se si dovesse vedere tutto ciò che di buono, e di non applicato, c'è in questa come in altre norme regolatorie, non si finirebbe più. Sarebbe bello che su questo tema si smettesse di fare il tifo, si smettesse di parlare per luoghi comuni e per ideologie, dividendosi in buoni e cattivi. E fregandosene, molto spesso, dei problemi reali di chi entra nel mercato del lavoro o ci vive male, per motivi spesso opposti. Un tema solo voglio qui sottolineare, a mo' di esempio: la mancanza di trasparenza del mercato, che peggiora le possibilità di lavoro dei più svantaggiati, e crea difficoltà anche a chi ha capacità e competenze di alto livello. Resta così campo libero per il malcostume del familismo, del nepotismo, della raccomandazione. La legge Biagi aveva affrontato questo problema, ma è poco applicata. Perché?...”

Se questo comitato serve a rispondere a queste domande che la giornalista si pone, ben venga, altrimenti, non lo condivido. E non approvo, neanche, che sul loro sito non si possano lasciare dei commenti. Si ha forse paura delle opinioni di chi la pensa diversamente?
E poi, per concludere, visto che siamo tutti bravi (compresa me, forse) a parlare degli “atipici” che sognano un contratto “tipico”, mi piacerebbe conoscere il tipo di contratto lavorativo che hanno gli aderenti al comitato.
Non credo che qualcuno di loro mi risponda…, gli ho già mandato una e-mail con questa domanda da una settimana, nessuno mi ha risposto…
C'è tanto sui cui riflettere.... e dibattere.....

3 commenti:

mymmo74 ha detto...

Hai tanto ragione: quasi tutti quelli che parlano (e straparlano) della Legge 30/2003 non sono coinvolti.
Condivido molto di più quanto scrive Giavazzi. Siamo di fronte a sindacati che difendono solo una casta (ancora numericamente maggioritaria). E il modello intrapreso dalla Danimarca secondo me merita di essere analizzato.
Tutti o nessuno, questo credo sia più giusto.

Sono veramente contento che sei ritornata dalle vacanze, mi da stimolo e voglia di riprendere nuove battaglie per capire meglio cosa vuol dire essere precari in Italia.

Ciao

Anonimo ha detto...

Riguardo il comitato Legge Biagi,
solo dei nostalgici lo potevano fondare...Il presidente...figlia di chi ha gonfiato a dismisura il debito pubbico nel nostro Paese!!! (Altro che Giovane Italia, io direi povera Italia)
E poi, tutta gente che dice a noi che flessibile è bello, per loro però il bello è mantenere tutti i privilegi (quelli veri però)che hanno.
Non mi risulta che nessuno di loro abbia ancora deciso di abbandonarli, d'altronde si tratta di giornalisti e politici....

angela padrone ha detto...

La legge Biagi è inapplicata in gran parte proprio nella previsine di tutele sociali per chi non ha un lavoro a tempo indeterminato. Invece di chiederne l'applicazione, si preferisce gridare per l'abolizione, che è come chiedere l'abolizione dei vestiti quando quelli che abbiamo non ci coprono abbastanza...
Quello che dice Giavazzi è che si è arrivati a una esagerata divaricazione nel mercato del lavoro tra chi è tutelato in maniera "rigida" (quindi troppo rigida) e chi lo è troppo poco. Ciò rende tutto il mercato rigido e in più, come dicevamo prima, con poche tutele. Quanto a ridurre le "tutele" per chi è super protetto, andrebbe fatto, certamente, anche perché questo in molti casi "garantisce" chi lavora in modo efficace e competente. Siamo seri, cosa credete: che in Italia qualcuno voglia licenziare 20 milioni di lavoratori? Lo stesso Giavazzi spiega che il meccanismo non dovrebbe prevedere cesure, ma una progressiva protezione del lavoratore con il passare del tempo. Niente più "salti" improvvisi tra tempo determinato e tempo indeterminato...

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