venerdì 27 luglio 2007

BUONE VACANZE !!!!!!



E' arrivata anche per me l'ora di riposarsi un pò. Su questa barca è un pò difficile comunicare con la rete....quindi ciao a tutti ....ci risentiamo tra un mese !!!!!

mercoledì 25 luglio 2007

E' l'Italia...




Leggendo questo articolo su Internazionale di questa settimana, ho provato un pò di amarezza... Però questo giovane giornalista, Oliver Meiler che ha vissuto nel nostro paese dal 1998 al 2007, ci ha azzeccato in pieno...
Vi consiglio di leggerlo tutto (qui ci metto la parte per me più significativa), credo che dalla prossima settimana si dovrebbe trovare per esteso sul loro sito internazionale .it
Riflettiamoci tanto...

Da: Internazionale (20/26 luglio 2007): - Splendida Italia senza futuro -
......Così funziona l'Italia. La politica promette solennemente di combattere il fantasma (riferito all'evasione fiscale), ma intanto ci convive a meraviglia.
Al primo posto, nell'Italia nascosta-quella vera-sta la famiglia, nucleo centrale della società: ancora e sempre. E' la famiglia che aiuta i figli a uscire dalla trappola dei lavori da 700 euro al mese. Quasi sempre, con un appartamento come capitale iniziale. E' per questo che tanti genitori lavorano una vita. I figli, una volta finiti gli studi, nel migliore dei casi possono sperare di trovare un posto al nero, senza contributi previdenziali.
Anche in parlamento, nove assistenti su dieci sono assunti illegalmente. Uno scandalo? Così crescono i giovani: privi di illusioni. Senza capitale iniziale e la famiglia, non si fa niente. Se la famiglia è proprietaria di un negozio, i figli ci lavorano. Se il padre appartiene a una categoria professionale organizzata, a un'associazione, a un sindacato, provvede lui a sistemare i rampolli. Se il padre fa il tassista, ci sono buone probabilità che anche il figlio guidi un taxi. Sono modelli vecchi, antimoderni. In Italia le raccomandazioni di parenti ed amici sono tutto: le capacità sono secondarie. I grandi campioni del gioco delle poltrone fanno parte della casta dei politici. Tutti trovano un posto. I concorsi sono per lo più fittizzi, ogni concorrenza è manipolata. Funzionano così anche le aziende. E naturalmente anche la mafia, nel ramo criminale. I clan mafiosi altro non sono che aziende chiuse, fortemente gerarchizzate, gestite come alternative allo Stato debole.All'altra estremità - quella superiore - della scala morale ci sono milioni di persone impegnate in organizzazioni di volontariato, religiose e sociali.
In nessun altro paese europeo si osserva un amore appassionato per il prossimo, un cuore tanto aperto ai deboli, come in Italia. I volontari si occupano di chi non appartiene a nessuna potente sottosocietà, di chi non ha privilegi: di quelli che lo stato non può o non vuole aiutare. I volontari compensano le carenze dei servizi sociali.
Così funziona l'Italia. La rabbia verso lo stato dovrebbe essere grande, molto più grande del lamento rituale. Dovrebbe sfogarsi in proteste. Dovrebbero protestare almeno quei milioni di persone che non possono truffare il fisco perchè le tasse gli vengono detratte dallo stipendio. Oppure quelli che non trovano un secondo lavoro al nero per arrivare alla fine del mese. E invece la rabbia si risolve in autoironia. Che paese!!
Ma gli italiani sanno convivere con le loro debolezze, sanno ridere di loro stessi. E' uno dei loro maggiori punti di forza, forse il più grande. Li rende unici, leggeri, sexy. E' l'autoironia che salva gli italiani. Smussa gli spigoli della vita quotidiana, smorza le asprezze, stimola la creatività. Impedisce ogni riforma, ogni cambiamento. Conserva. E fa della vita una festa. Sempre e malgrado tutto. E' l'Italia........

martedì 24 luglio 2007

Riformare il lavoro, si o no?

Quanto veramente i nostri politici sono interessati ai veri problemi di noi lavoratori?
Il Governo vuole cancellare il “lavoro a chiamata” e lo “staff leasing”.
E’ come dire: vedete? Noi sì che c’interessiamo dei problemi del lavoro!!
Ancora una volta mi sento presa in giro!
Proprio stamattina mi sono recata all’INPS per chiedere un periodo di congedo parentale e, mentre compilavo la domanda, mi sono accorta che tale diritto spetta soltanto ai lavoratori dipendenti.
E i collaboratori a progetto? I loro figli sono diversi? Come genitori non hanno forse anche loro bisogno di stare vicino ai propri figli in alcuni periodi?
In questi giorni sui giornali si leggono diverse proposte, quali ad esempio il limite max di 36 mesi per i contratti a tempo determinato, ma il potenziamento degli strumenti di protezione sociale?
Si parla ancora timidamente di contributi figurativi, accesso al credito, ecc.
I lavoratori, essendo persone, hanno bisogno di queste certezze e non di “interventini” sulla legge 30.
A questo punto mi viene un dubbio: ma i nostri governanti la conoscono veramente la legge Biagi?
Forse dovrebbero rileggersela anche loro, fare uno sforzo per interpretarla veramente, articolo per articolo.
E a proposito di questo, vi invito a farlo con noi nel blog somministrato e di iscrivervi al forum…

sabato 21 luglio 2007

Pensione disperatamente cercarsi....









Visto che siamo inciampati nello scalone, le previsioni per un nostro riposo dignitoso non sono proprio rosee...
Per i collaboratori ho trovato queste tabelle di simulazione pensione
Per tutti gli altri, il seguente sito ci fa capire come, con il sistema contributivo, non c'è per niente da ridere...
A questo punto non c'è che augurarci un buon lavoro per i prossimi 50 anni a tutti, sperando di godere, tra l'altro, anche di ottima salute!!!!!

C'est la vie !!!

mercoledì 18 luglio 2007

Flessibilità: libertà o schiavitù?

E’ come vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Per alcuni di noi la flessibilità è intesa come libertà, nel senso che il lavoro a termine potrebbe rispondere ad un modo di progettare e pensare la propria vita rifiutando programmi a lungo termine, per concentrarsi, invece, su obiettivi a breve termine.
Altri di noi intendono la flessibilità come un grosso macigno: non riescono a sopportare la percezione di provvisorietà ed incertezza. Questa fonte d’ansia, tra l’altro, paralizza il pensare al futuro!
Quando parlo con i miei amici, che si definiscono “atipici” confrontandosi con me, cosiddetta “tipica”, mi pare quasi che il problema stia tutto in una parolina, ossia lavoro “determinato” e “indeterminato”.
Fare questa distinzione è ormai fuoriluogo. Se l’azienda per cui oggi lavoro, domani non fattura più ovviamente chiude, perciò dovrò trovarmi un altro lavoro!!
Allora, ragionando in questi termini, è o no la stessa cosa?
Questo è il motivo per cui dobbiamo lavorare tutti insieme, tipici e non.
Cominciamo a pensare seriamente cosa possiamo proporre, di concreto, ai nostri sindacati, governi, ecc.
Un amico del blog (precario a vita http://somministrato.blogspot.com/) afferma che gli ammortizzatori sociali o meglio gli strumenti di protezione sociale, non servono, facendo l’esempio dal baby-bonus di qualche anno fa.
Allora stiliamo insieme delle proposte, delle idee anche perché sulla rete ormai siamo in tanti (sogno troppo?).
Quali sono veramente le cose che non vanno nelle Leggi sul lavoro?
Partiamo ad esempio (visto che non si parla d’altro) dalla Legge Biagi. Conosciamola meglio e sottolineamo insieme le insidie alle tutele dei lavoratori. Magari potrebbe venire fuori qualcosa di innovativo da proporre ai nostri giuslavoristi.
Cosa ci da veramente fastidio della precarietà?

martedì 17 luglio 2007

Un omaggio ad Oscar Pistorius

















A proposito del mio proverbio cinese...http://angelapadrone.blogspot.com/2007/07/e-vai-si-comincia-storia-di-anna-ormai.html non pensate che questo ragazzo l'abbia centrato in pieno?

Una vita ad abbattere barriere! Il suo sogno: le "Olimpiadi".
Che forza d'animo! Lui si sente semplicemente un "uomo", ma purtroppo gli vogliono coniare il termine di "fenomemo da baraccone". La nostra solita ristrettezza mentale! La paura del diverso! Prendiamolo come esempio invece, tutti i giorni !!
Nell'intervista lui afferma che ad un certo punto della sua vita, in seguito ad un episodio che gli era accaduto, capì che doveva contare solo sulle proprie forze.
Trasliamo tutto questo nella nostra vita quotidiana lavorativa.
In questo periodo storico tutto appare instabile, precario. Ci sentiamo sfruttati, senza futuro.
E' giusto rivendicare i propri diritti e tutele. E' anche un dovere farlo!!
Intanto, però, cominciamo a lavorare su noi stessi, sul nostro modo di pensare.
J.Milton ha detto: " la mente è il proprio luogo, e di per sè può fare di un Inferno un Cielo, e di un Cielo un Inferno".
Ricominciamo a sognare...

Ad Oscar (se mai dovesse leggere questo mio pensiero) un grandissimo in bocca al lupo!!

giovedì 12 luglio 2007

SCALONE, SCALINI ... E ALTRO

Non manca giorno di leggere queste parole su tutti i quotidiani nazionali. I sindacati insistono sull’abolizione dello scalone e si offendono se gli viene detto che difendono solo gli interessi degli anziani; alcuni partiti della maggioranza insistono sull’abolizione dello scalone perché questo rappresentava uno dei tanti punti del programma di governo.
Qualcuno, timidamente, comincia a parlare del problema delle generazioni future.
Mi pare di respirare un clima di piena campagna elettorale!!!
Veltroni, Rutelli, Padoa-Schioppa, ecc., tutti hanno fatto un appello a noi giovani, cioè quello di “farci sentire”!!
Ieri sera c’è stato da parte nostra un primo segnale: la fiaccolata dei giovani pro-scalone davanti alle sedi confederali organizzata da Giachetti (meglio che niente).
Ancora tutte parole, parole, parole anzi paroloni…. frasi quasi da far piangere (per non dire altro…).
Quelli che parlano sono tutti onorevoli, o come dice B.Grillo, “nostri dipendenti”. Ci fosse stato uno di loro che avesse proposto, tanto per cominciare, l’eliminazione dei privilegi pensionistici di alcune categorie professionali, in primis la loro!!!
Già soltanto eliminando i loro privilegi, forse ci sarebbero più soldi per aumentare le pensioni basse!!
Utilizzando uno slogan nella manifestazione di ieri: FACCIAMO MENO CHIACCHERE MA PIU’ AMMORTIZZATORI (per noi giovani possibilmente).
E’ giusto che bisogna agire; il punto è che, alla fine, la sensazione è quella di sentirsi strumentalizzati per i loro giochi di potere!
Quello su cui i nostri “dipendenti” dovrebbero lavorare tanto tanto (non solo parlare) è come CREARE i presupposti per avere un lavoro stabile e di qualità, inteso come la possibilità di lavorare il tempo che serve (a discrezione personale) per poter avere un giorno la pensione con meno discontinuità contributive possibili!
E’ questo quello che, secondo me, dovrebbe essere il vero “patto tra generazioni”.
Meditiamo….

sabato 7 luglio 2007

IL TEMPO INDETERMINATO...PRECARIO

Il “posto di lavoro” a vita dei nostri genitori quasi non esiste più (tranne forse per qualche posizione statale), anche se, ancora qualcuno, lo sogna. Si dice che è colpa della globalizzazione, del mercato, della Legge Biagi, ecc.
Ormai, ogni lavoratore e non, ha sempre da ridire qualcosa, giusta o sbagliata che sia, sulla riforma Biagi (senza, purtroppo, conoscerla veramente a fondo).
L’importante che ci sia qualcuno o qualcosa da criticare. Come dice Angela Padrone sul suo blog: (link http://angelapadrone.blogspot.com/ post del 12 giugno 2007 )
“La gente ha sempre avuto bisogno di credere che ci fosse qualcuno, un singolo o una categoria di "diversi", responsabile delle proprie disgrazie. Di solito per potersi più comodamente autoassolvere e non perdere tempo ed energie nell' analisi, spesso complicata, dei problemi.”
Nel frattempo, mentre siamo impegnati a filosofeggiare su questo o quello, alcuni industriali, senza scrupoli, mettono in atto la precarizzazione di alcuni contratti “tipici” di settore.
Mi riferisco in particolare al mercato chimico-farmaceutico. D’altronde è più facile parlare degli scandali delle aziende farmaceutiche che delle persone che ci lavorano quotidianamente e onestamente al loro interno.
Voglio parlare in particolare della mia categoria professionale, la cosiddetta FOE (forza operativa esterna) meglio conosciuta come informatori scientifici del farmaco. .Questa categoria professionale è regolata dal D.L.n.541/92. In base a tale decreto l’Informatore scientifico del farmaco (nell’80% dei casi dipendente diretto dell’Azienda) è colui che sviluppa l’attività di informazione scientifica presso i medici illustrando loro le caratteristiche farmacologiche e terapeutiche dei farmaci (quelli con obbligo di prescrizione per intenderci) al fine di assicurarne il corretto impiego; riferire all’azienda le osservazioni, registrate nell’uso dei farmaci, che emergono dal colloquio con gli operatori sanitari ed in particolare le informazioni sugli effetti secondari dei farmaci ad uso umano (farmacovigilanza).
Negli ultimi anni, in questo settore è in continuo aumento la precarizzazione contrattuale.
Mi spiego meglio. Le grandi aziende, in particolare le multinazionali, stanno adottando la procedura di “cessione di ramo d’azienda”. Metodo, secondo me, impeccabile nell’aggirare la leggi vigenti che si traducono, di fatto, nell’attuazione di licenziamenti collettivi.
In pratica, un’azienda vende un suo “ramo” ad un’altra azienda che, eventualmente, si occupa del lavoro sporco dei tagli dei lavoratori. Molto spesso succede che l’azienda che acquista, in realtà è, o in parte o completamente, controllata dall’industriale che vende. Questo poi, avvia dei finti procedimenti di ristrutturazione chiedendo alle nostre istituzioni, mobilità e riduzione del personale con oneri a carico dello Stato.
Chi è al di fuori di questo contesto pensa che ciò che conta sia il mantenimento dei posti di lavoro, ed effettivamente pare essere così. In realtà, e non credo sia solo un impressione personale, quello che vogliono ottenere le aziende è la precarizzazione del lavoro. Dico questo anche perché, le cessioni di ramo che si sono avuti in questi ultimi periodi di tempo, hanno dimostrato che le aziende che hanno acquistato ( i rami d’azienda) hanno comunque dimezzato il numero di lavoratori, ma soprattutto le aziende venditrici hanno ri-assunto lavoratori o a tempo determinato o con altre forme di lavoro precario.
Mi chiedo allora dov’è che sono gli organi di vigilanza del Ministero del Lavoro? E i sindacati?
(il caso Telecom docet). Nel frattempo stanno scomparendo centinaia di posti di lavoro….
Ricordiamoci che dietro questi numeri ci sono persone, con sogni e speranze!!!!
Purtroppo il lavoro è veramente diventato solo e soltanto una merce di scambio!!
I manager (e gli industriali) non hanno più idee e vogliono aumentare i loro profitti tagliando solo i posti di lavoro. E il “rischio d’impresa”? E le innovazioni? Che fine hanno fatto?
E’ proprio vero, come afferma Pietro Citali, su Repubblica, che in Italia si sta perdendo il valore dei mestieri, delle specializzazioni e professionalità.
Ma dov’ è finito il “vero” mondo imprenditoriale italiano che vedeva nel nostro territorio e nelle persone una risorsa?
Diego della Valle una volta ha affermato: “ Per fare le scarpe più belle del mondo serve gente che respiri bellezza oltre ad avere diritti e tutele”.
Mi pare purtroppo che in questo momento storico stiamo vedendo solo bruttezze…..

lunedì 2 luglio 2007

E' ORA DI AGIRE......

Cari amici/amiche, è ora di AGIRE!!!

Non lasciamoci derubare anche il nostro futuro di vecchietti (visto che quello da giovani lo sentiamo già in bilico)!!!

Dal blog “cambiamondo” http://angelapadrone.blogspot.com/ leggiamo l’idea:

MANDIAMO UN E-MAIL A DAMIANO: NON PENSATE ALLO SCALONE, PENSATE AI GIOVANI

Una cartolina, una email, una lettera, un fax. Se arrivassero migliaia di messaggi al ministero del Lavoro il governo non potrebbe ignorarlo. Ed è del tutto fattibile se tutti quelli che leggono questo blog e i siti linkati lo facessero. Gli indirizzi si trovano sulla homepage del ministero del Lavoro. L'indirizzo della posta eletronica è capo.gabinetto@lavoro.gov.it . Il numero di telefono +39 0648161638-9 . L'indirizzo postale via Veneto 56 - 00187 roma


Scriviamo tutti al nostro governo !!!!

Vi invito a leggere nel blog di Angela Padrone (sopra il link) i vari articoli che lei, giornalista del messaggero, ha scritto riguardo il cosiddetto “scalone”.

AGIAMO ORA…. FACCIAMOCI SENTIRE……

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