venerdì 13 giugno 2008

Pensieri lavorativi....




Navigando nella rete mi sono soffermata su questa notizia, quella del rapporto sui diritti globali 2008 presentato da Cgil, Arci, Cnca, Gruppo Abele e Antigone e Forum Ambientalista.
Nel 2006 - si legge nel Rapporto - le assunzioni a tempo determinato hanno superato per la prima volta quelle a tempo indeterminato: 196mila contro 186mila su 320mila nuovi posti di lavoro e l'Istat dice che nel 2007 i lavoratori a termine erano 2 milioni 269mila per la maggioranza donne, mentre i lavoratori a tempo parziale erano 2 milioni e 421mila per quasi quattro quinti donne.
Questi i fatti, e allora?
Non è certo combattendo, a tutti i costi, queste nuove forme di lavoro che si risolve il problema, anzi…Rendiamo, allora, sì Flessibile il lavoro ma con le dovute sicurezze.
A me piace molto il modello del contratto unico di lavoro proposto tempo fa da Ichino (leggi qui ).
Basta poi, come dice sempre Ichino, al consolidamento del dualismo fra protetti e non protetti, e puntare su di un nuovo modello di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, capace di dare alle imprese la flessibilità di cui hanno bisogno, ma recidendo alla radice il fenomeno del precariato permanente.
Rivedere l’art. 18? Perché no se questo può aiutare più lavoratori. Anche perché, sempre secondo Ichino, l'articolo 18 dovrebbe continuare ad applicarsi per i licenziamenti disciplinari e contro quelli discriminatori, o per rappresaglia. È sui licenziamenti per motivi economici od organizzativi che occorre introdurre una tecnica protettiva diversa, di tipo nord-europeo.
Un esempio nord-europeo? (Leggi qui).
Cosa succede qui da noi quando un’azienda è in crisi, invece? Parte la C.I.G., ossia l’anticamera dei licenziamenti.
Bisognerebbe, invece, utilizzare i soldi pubblici per Riqualificare il lavoratore, anche a 50 anni, per ricominciare con un nuovo lavoro.
Riqualificare per Ripartire! Questo dovrebbe essere lo slogan. Basta solo con l’assistenzialismo. E.F. Schumacher, ha scritto: “Dai a tuo figlio un pesce: mangerà oggi; insegnagli a pescare: mangerà ogni giorno.”

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pienamente concordi con te e in larga parte con Ichino.

:-)

Anonimo ha detto...

Bello il tuo blog. Volevo segnalarti un articolo interessante, apparso sul corriere qualche giorno fa, che parla di un sito che ha il tuo stesso sogno...

http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_11/ufficio_resistenza_umana_cfae4ec8-378b-11dd-a7f3-00144f02aabc.shtml

Ciao,
Francesco

Anonimo ha detto...

Sono anni che Ichino utilizza strumentalmente la teoria del mercato duale per alimentare il conflitto fittizio insiders/outsiders che mette i lavoratori gli uni contro gli altri (giovani contro adulti, italiani contro stranieri, donne contro uomini) distogliendoli dal reale conflitto con gli imprenditori.
La teoria della "redistribuzione delle tutele" è un'invenzione bizzarra che indebolisce TUTTI i lavoratori e toglie ai giovani la speranza di un lavoro decente, fuori dal ricatto della precarietà permanente.
E Ichino non è certo l'unico a usare queste argomentazioni, ormai trasformatesi, contro ogni evidenza, da puri esercizi di stile teorici a verità inconfutabili.
Forza della propaganda: a furia di dire una bugia, qualcuno comincia a pensare che rappresenti la verità. Soprattutto i giovani, ai quali difetta l'esperienza. Fate attenzione ragazzi, ai cattivi maestri...

Anonimo ha detto...

claudio resentini, un comunista che protesta e sputa sopra sulle parole di un altro comunista ... non c'è davvero rimasta + religione ...

:-S

Anonimo ha detto...

Cara Ghibellna, ti consiglio di rileggere bene gli scritti del senatore Ichino. Stenterai a trovarvi alcunchè di comunista...
D'altra prte sta in un partito che ormai non si definisce più nenache di sinstra.
Comunque visto che mi attribuisci una etichetta (che per altro mi sta benissimo) e visto che io ho il coraggio di firmarmi esponendo le mie idee, saresti così gentile da firmarti anche tu e dirci come la pensi sulla questione... Sei una di quelle che pensa che si possano davvero "spalmare" le tutele sulla forza lvoro,come un formaggino su una fetta di pane? Oppure una di quelle che pensano che se uno nasce con uno studio professionale in eredità è perchè se lo è meritato, mentre se uno nasce figlio di operai senza un soldo è un fannullone che va fustigato?

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